Il paese di Monte San Giacomo

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Un piccolo borgo a due passi

La casa è servita dalla strada provinciale 72/b, che collega la zona montana al centro abitato. Lungo il percorso che vi condurrà al nostro alloggio, poco distante dal centro abitato, si trova la Chiesa di Nostra Signora di Costantinopoli, nota come "Madonna dei Cerri" (foto). Il nome è legato al cerro, albero particolarmente presente nell'area circostante la cappella. Tuttavia, secondo un'antica leggenda, la chiesa sarebbe stata costruita in segno di devozione da alcuni pastori locali, a cui sarebbe apparsa più volte la Madonna proprio tra i cerri di quell'area montana. La festa tradizionale ricorre nel mese di giugno (di solito la prima domenica) e prevede sia celebrazioni religiose che civili, coinvolgendo tutta la comunità locale.

Nel piccolo paese di Monte San Giacomo è possibile visitare lo storico Palazzo Marone e ammirare la fontana cinquecentesca antistante, oltre alle numerose chiese e cappelle che custodiscono bellezze artistiche uniche e che si trovano in vari punti del paese. Degna di nota la Chiesa Madre, ricostruita nel XX secolo sul modello di quella preesistente del XVI, raccoglie il piccolo patrimonio artistico del paese, un crocifisso ligneo del XVII secolo, una scultura policroma di San Giacomo, un dipinto tardomanieristico raffigurante "l'Adorazione dei pastori" e una statua di Madonna con bambino. Di particolare interesse il centro storico, che si sviluppa in salite ripide e vicoli stretti, dove è possibile ammirare numerosi antichi portali signorili e godere di scorci mozzafiato.

 

Cenni storici

La fondazione del comune risale al periodo della dominazione Normanna, ma sul territorio sono state trovate tracce della presenza dell'uomo in siti preistorici risalenti al Paleolitico medio, ben 40.000 anni fa. Lo sviluppo del paese si è avuto in particolare dal XVI secolo.

Il nome e l'origine di Sanctum Jacobum di Diano è avvolta nella leggenda, secondo la tradizione locale deriva dal culto di un gruppo di fedeli all'Apostolo di Spagna, provenienti dal Monte Gargano, dove si trova il celebre Santuario di San Michele, tappa del pellegrinaggio che da Gerusalemme andava a Santiago di Compostela. In realtà l'unico dato certo è costituito dal forte legame esistente nel Medioevo con la fiorente Dianum (Teggiano), di cui ne faceva parte insieme ad altri quattro casali. Quindi la scelta di San Giacomo (il Maggiore) a celeste patrono riecheggiava i sensi religiosi di tutta una generazione cristiana che in quel periodo e in tutta Europa era in generale movimento di spirito verso l'Apostolo.

Le vicende storiche intorno all'anno mille furono molto dure, prima con le invasioni barbariche, dei Goti, greco-bizantini, lotte iconoclaste, poi con quelle dei Longobardi, Saraceni e Arabi. Solo con l'arrivo dei Normanni la situazione politica, sociale, economica e religiosa migliorò. Il Vallo di Diano aveva la collina come riferimento insediativo e produttivo, coi casali idonei all'allevamento e la pianura per un rapporto più diretto con terra fertile ed adatta alla coltivazione e trasformazione dei prodotti. Il nucleo abitativo ha avuto origine intorno alla fontana nei pressi della Chiesa madre dedicata a San Giacomo.

Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Diano, appartenente al Distretto di Sala del Regno delle Due Sicilie. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia ha fatto parte del mandamento di Teggiano, appartenente al Circondario di Sala Consilina.
Nell'800 i patrioti Michele Aletta e Vincenzo Marone parteciparono attivamente alle lotte per l'indipendenza dalla dominazione straniera e per l'Unità d'Italia.

Nel giorno dell'Epifania del 1933 si registrarono cruenti moti popolari, per manifestare contro l'imposta di famiglia, ex "focatico", istituita dal podestà e dal regime fascista proprio in quel periodo, già alquanto critico per la popolazione, e quella che doveva essere una rimostranza si trasformò in tragedia che sfociò nel sangue di tre vittime innocenti.